(…) È un’incisione alla capacità di tutti, una matita ubbidiente come il pensiero, uno specchio in cui si fissano le immagini.
Il Dagherotipo sarà compagno inseparabile del viaggiatore, e renderà comuni le più belle opere dell’arte di cui non si hanno che copie a caro prezzo ed infedeli; si avranno i quadri di Raffaello e di Tiziano.
In fine esso provvederà a tutti i bisogni dell’arte e ai capricci della vita.
“Il Dagherotipo”, in “Il Messaggiere Torinese”; 23 febbraio 1839
Di Alfredo Corrao. Da “Di terra e di Luce”, marzo 2005